La Furia Umana
  • I’m not like evereybody else
    The Kinks
  • E che, sono forse al mondo per realizzare delle idee?
    Max Stirner
  • (No ideas but in things)
    W.C. Williams

Toni D'Angela

LFU/ - Toni D'Angela

Stan Brakhage

Toni D’Angela
Dispiegata fra il 1952 e il 2003 la filmografia di Brakhage – 400 film circa (quasi tutti sempre in 8mm e 16mm) – è un continente della storia del cinema in cui si possono individuare livelli distinti e correlati che ne costituiscono la trama, attraversata da temi come la nascita, la morte, il sesso e la ricerca di Dio. Il livello della lunga durata, cioè di una costante vocazione a difendere i diritti di una percezione che è già espressione, di un occhio liberato, che attraversa tutti i suoi film dalla prima fase di crudo realismo e crudele espressionismo fino all’astrattismo degli ultimi anni.

Yasujiro Ozu o la forma immutabile del mutamento

Toni D’Angela
Il vuoto dell’inquadratura si fa inquadratura del vuoto, la sospensione dell’immagine-azione (le nature morte, gli spazi vuoti) schiude l’immagine diretta del tempo. Il pieno dei rituali, degli incontri, dei compromessi, delle locande che profumano di cibo, degli uffici affollati, rimanda al vuoto, l’uno non si dà senza l’altro. È il ritmo di cui respirano i film di Ozu.

L’uomo, un passeggero – o della perdita e del gioco

Toni D’Angela
Il passeggero di Cormac McCarthy. Hemingway et Dick, il western et la meccanica quantistica, epico, più che classico addirittura greco nella tonalità, nell’attitudine et forsennatamente postmoderno nel pastiche schizofrenico e paranoico, nei tagli ellittici, nell’intreccio già da sempre, ontologicamente, disfatto. Un’inquisizione abissale heideggeriana et un complotto kafkiano-wellesiano.

Intersectionality and peace

Toni D’Angela
Lessing recognizes that boundaries can exist but they must be metaphorical and playful, not physical limits. The border, then, desubstantialises, becomes a zone of indeterminacy, intersection, and intimacy too.

TONI D’ANGELA / Paul Thomas Anderson, o il vizio di forma

C’è sempre stato come un vizio di forma nei film di Paul Thomas Anderson. Da un lato (nell’accezione più forte di “vizio di forma”) una tendenza a debordare i confini del racconto, a catastrofare la narrazione e piegare i personaggi, che in Inherent Vice (Vizio di forma, 2014, tratto dal romanzo omonimo di Thomas Pynchon) […]

TONI D’ANGELA / Entretien avec Joe Dante

Vos films mettent souvent en scène des enfants dont l’univers se forge autour des images qu’ils voient à la télévision, souvent abandonnés devant elle par leurs parents. A quoi ressemblait votre propre enfance ? Comportait-elle aussi des greniers, des sous-sols, des vaisseaux spatiaux et des monstres ? Il y avait effectivement des greniers et des sous-sols. Les […]

NICOLE BRENEZ & TONI D’ANGELA / Conversation with Monte Hellman

(Toni D’Angela). When and how have you started to love cinema? (Monte Hellman). My parents started taking me to movies when I was five.  They also took me to the theatre, including magic shows.  I don’t remember when I started to differentiate between them.  I remember the thrill of the curtain going up – the […]

TONI D’ANGELA / Budetjiane

LFU has often been a wild bunch. We have always been borderline, in–between, trans-fugitive. We have always liked to cross borders and engage crossbreeding, like Donna Haraway’s coyote. Disrupting the rules of the academic game by opening the window to let in the warm and muddy wind of cinephilia. And, at the same time, we […]

TONI D’ANGELA / Jean-Luc Godard e il ’68. L’inizio di un’epoca

Marx? Lenin? Mao o, meglio, Debord? No, per cominciare l’attraversamento degli anni più politici di Jean-Luc Godard cominciamo da Los Angeles e poi dall’osservazione di un filmmaker sperimentale americano raramente associato alla militanza politica, Paul Sharits. In una straordinaria conversazione su cinema e politica con Samuel Fuller, Peter Bogdanovich, Roger Corman e King Vidor, avvenuta […]

TONI D’ANGELA / Living School. La scuola come trouble

“Questo era il più importante nell’essere là: non aver finito il mio viaggio; anzi, forse, averlo appena cominciato” Elio Vittorini “To be less solid” Jane Bennett “Problema è una parola interessante. Una delle sue varianti inglesi – trouble – rivela dei legami particolari: deriva da troubler, un verbo francese del tredicesimo secolo che significa ‘rimescolare’, […]

TONI D’ANGELA / Decolonizing the genre of film criticism

Postcolonial perspectives invite us to think of cultures as transnational processes made up of migrations, diasporas, exiles, resettlements and networks and to think of cultural identities, after all, as also shown by Cultural Studies, and in particular Stuart Hall, as hybrids, or as Bruno Latour would say collectives: they are assemblages. Perhaps a shocking or […]

T.D. / Let’s make some trouble

To “quote” Nietzsche, we do not proceed with a hammer, but rather with a very fine file – later Deleuze would echo this sentiment. Since its “foundation” (2009), this journal has sought to undo that body of work we call “film criticism” like some sort of separate genre. What does such a procedure entail? Opening […]